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Sono nata a Como nel 1973. Da allora sono viandante.
Mi piace esplorare, scoprire, andare a zig-zag. Sono attratta dalle comodità, ma conosco perfettamente il valore delle cose importanti.

Le cose importanti sono: avere una maglia che ti copre la pancia, un piatto con dentro qualcosa di caldo, e un letto dove dormire. Tutto il resto è contorno.
Me lo hanno insegnato gli ospiti del manicomio e i malati terminali, con cui ho svolto il primo lavoro. Conosciuti loro,
io non sono mai più stata uguale a prima. 

Per questa ragione, cammino in punta di piedi, come se la strada fosse di neve. Voglio lasciare un'impronta, ma che sia gentile. Non m'importa alzare la voce, non mi piace fare rumore.

Penso, e questa è la mia posizione sull'argomento, che ogni racconto debba essere un dono. Per chi racconta e per chi lo riceve. Altrimenti il silenzio, il silenzio che ascolta, è la scelta migliore.

Ho una bacchetta magica, si chiama: Narrazione.
So come funziona. È il mio dono e, a volte, la mia dannazione. La insegno a chi è in cima alla scala sociale, e a chi sta nell'ombra, in rifugi a tremila metri di altitudine, e in location ambite e lussuose.


Conduco una vita sabbatica, amo, sto ancora imparando.
Del domani mi interessi Tu,

e la storia da scrivere insieme. 

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